I Cantieri di Betania
Nel cammino fatto nel mondo intero sulla sinodalità, si è profilato come icona l’incontro di Gesù con Maria e Marta nella casa di Betania (Lc 10,38 – 42).
Parole come: cammino, ascolto, accoglienza, ospitalità, servizio, casa, relazioni, accompagnamento, prossimità, condivisione… sono risuonate continuamente nei gruppi sinodali e ha disegnato il sogno di una Chiesa come “casa di Betania” aperta a tutti.
Unanime è stato l’apprezzamento per il metodo della “conversazione spirituale” a partire da piccoli gruppi disseminati sul territorio, così come per i frutti che questo ha consentito di raccogliere: l’ascolto della Parola di Dio e della esperienza di vita a cui segue quello delle risonanze interiori dei compagni di viaggio, creando un clima di discernimento spirituale, che permette una vera sintonia lasciando risuonare la voce dello Spirito.
Da qui l’immagine del cantiere che indica la necessità di un lavoro che duri nel tempo.
Nella nostra comunità fra i quattro cantieri proposti, abbiamo scelto quello della strada, del condominio, della casa, dove presteremo ascolto ai diversi mondi in cui i battezzati vivono e lavorano, cioè “camminano insieme” a tutti coloro che formano la società; in particolare curando il vasto mondo della povertà.
– Qual’è l’obiettivo dei Cantieri di Betania?
Raggiungere coloro verso cui la Chiesa e la nostra comunità hanno accumulato un “debito di accoglienza e di ascolto”.
– Quale metodo utilizzare?
Si tratta della “conversazione spirituale”, conducendo gli interlocutori a leggere la propria vita, la propria storia, attraverso la Parola di Dio e narrarsi.
Nel cantiere non ci sono opinioni, ma vissuti raccontati.
– Chi sono i protagonisti?
Il “noi della comunità”, ciascuno di noi che vuole vivere di Gesù nella comunità a servizio dei fratelli.
– Da dove iniziare?
Dalla demolizione dei tanti muri di anonimato presenti nella stessa casa, nel condominio, nel quartiere, nella comunità.