L’antica chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria, sotto il titolo di Monserrato, che dal 1580 insieme alla Confraternita omonima, sorgeva presso il bastione del Tindaro, nei pressi dell’odierno ospedale Vittorio Emanuele, il 16 Aprile 1669 venne distrutta dalla lava dell’Etna.

Nel 1672 l’Oratorio dei Confrati di Monserrato, edificato prima dell’attuale chiesa, venne benedetto dal Ven. Can. Giuseppe Raimondo, sepolto nella Basilica Colleggiata di Catania.

La chiesa, che oggi ammiriamo, venne costruita accanto all’Oratorio dopo il disastroso terremoto dell’ 11 Gennaio 1693, probabilmente nella seconda decade del 1700. Nel suo prospetto semplice, uno scudo collocato sopra la porta reca la seguente epigrafe: Magno Deo Accepta et Virgini Parenti – 1754 (Accetta a Dio grande e alla Vergine genitrice – 1754). L’anno dopo fu costruito il frontone della facciata che reca la data A.D. 1755. Sull’attuale via M.R. Imbriani nell’ A.D. 1763 fu aggiunta una porta, oggi murata perché rimasta circa un metro più alta del livello della nuova strada. L’artistica porta centrale, in ferro e rame sbalzato a mano, opera dei maestri Salvatore e Giuseppe Failla, su disegni Mario del Vesco, dal 5 Settembre 1959, con uno dei suoi pannelli ricorda che Catania in quell’anno fu sede del XVI Congresso Eucaristico Nazionale.

La statua della Madonna di Monserrato, posta nella grande nicchia sopra la porta della chiesa, è stata eseguita su pietra di Comiso dai fratelli Giuseppe e Concetto Marchese nel 1948. La torre campanaria a forma ottagonale, che porta la data del 1830, è arricchita da quattro campane: la campana grande, che misura mt. 1,12 di diametro e mt. 1,30 di altezza, è stata fusa su richiesta dei dirigenti della Confraternita S.M. di Monserrato e porta incisa la data del 1815 insieme all’effige della Madonna di Monserrato e di S. Michele; la seconda campana, che è stata fusa nel 1729 In honorem et gloriam SS. Virgine Mariae de Monte Serrato, porta l’effige della Madonna seduta col Bambino in braccio che sega un monte; la terza e la quarta campana, provenienti dalla pontificia Fonderia Marinelli di Agnone, portano la data rispettivamente del 1863 e 1888.

Sul pavimento della chiesa, che è ad unica navata, due lapidi sepolcrali recano le seguenti epigrafi: “Nos simul in vita protexit Virgo. Sepultos hoc simul in tumulo proteget et cineres” (Insieme in vita ci protesse la Vergine. Proteggerà ancora le ceneri sepolte insieme in questa tomba); “D.O.M. Philippus De Sabataro ab sui suorque requie sodalitio annuente hanc tumuli, urna costruxit Anno Domini 1741” (Filippo De Sambataro per il riposo suo e dei suoi, permettendolo la Confraternita, costruì questa sepoltura nell’anno del Signore 1741).

Sull’altare maggiore, di marmo policromo, troneggia un simulacro in legno della Madonna di Monserrato di fattura tardo ottocentesca. I quattro paliotti degli altari laterali di marmo policromo sono dedicati: i due a destra alla Vergine SS. delle grazie (tela di Tullio Allegra XIX sec.) e a S.Michele Arcangelo (statua lignea XVIII sec.); i due di sinistra a S.Gregorio Magno che celebra la messa in suffragio delle anime del Purgatorio (tela del 1756 della scuola di Olivio Sozzi) e al SS. Crocifisso spirante. Durante i restauri della chiesa, eseguiti agli inizi degli anni ’50 dal parroco Vito Nicoia e dal Sac. Salvatore Tomaselli, vennero sistemati in chiesa due grandi affreschi, staccati dal muro e collocati su tela, che ornavano l’antico Oratorio della Confraternita ormai estinta: a sinistra nel presbiterio la tela raffigurante Gesù che consegna le chiavi a S.Pietro (XVIII sec.); nella volta la tela raffigurante la Madonna Assunta con gli Apostoli (XVIII sec.). Un’antica tela di notevole pregio artistico di scuola messinese del XVII sec., oggi sull’altare dedicato a S.Michele, rappresenta il pentimento di S.Pietro.

Nella sacrestia è visibile una grande tela della Madonna di Monserrato con in alto due angeli in atteggiamento di segare la vetta del monte omonimo a pareti verticali che si trova nella Catalogna, molto vicina alla città spagnola di Barcellona, sede del monastero benedettino in cui il 24 Marzo 1522 avvenne la conversione del grande Ignazio di Loyola Onez, padre fondatore della Compagnia di Gesù. Nella tela, che prima del restauro portava la data del 1814, dopo l’accurato lavoro eseguito dalla ditta Comes di Catania, è stato trovato l’autografo dell’artista: Rosarius Cassisi tingebat (XVIII sec.).

Il 25 Novembre 1946, la chiesa dell’antica Confraternita Nostra Signora di Monserrato, è stata eretta in parrocchia per il grande quartiere di Catania che ne porta il nome.

diac. Sebastiano Mangano

 

Vista frontale della Chiesa

 

Torre Campanaria

 

Campana Grande

 

Porta Centrale della Chiesa

Particolare della Porta Centrale

 

Statua della Madonna nella nicchia

SS. Vergine delle Grazie

Olio su tela

Tullio Allegra sec. XIX

 Restaurato 1999

S.Grgorio Papa ed anime purganti

Olio su tela

 sec. XVIII di scuola Olivio Sozzi

 Restaurato 1999

Primato di S. Pietro

Ignoto pittore meridionale sec. XVIII 

Affresco staccato e riportato su tela, proveniente

dall’antica Chiesa di S.Pietro

 Restaurato 1999

Lavanda dei piedi

Giuseppe Giuffrida 2003

 Olio su tela

SS. Crocifisso

Ignoto scultore meridionale

 sec. XVIII

 In legno

Pentimento di S. Pietro

Giuseppe Giuffrida 2001

Olio su tela

 Copia di un originale del XVII sec. di scuola Caravaggesca, esposto al Museo Diocesano di Catania

 

Tela della Madonna di Monserrato